Natale in Sudafrica
Natale in Sudafrica e uno dei pochi cinepanettoni in cui e presente solamente uno dei due attori famosi per questo genere di film: Christian de Sica. Massimo Boldi si e dedicato ad altri film dopo la rottura con il suo ex amico, ma c'e da dire che in questa rottura tutti hanno perso. Perche? Solamente perche i nuovi film sono pessimi se paragonati ai capolavori ai quali ci hanno abituato per ben 3 decenni. Insomma, i due attori facevano meglio a rimanere insieme, anche se l'anno scorso sono tornati a far coppia in una commedia un po' differente dai soliti cinepanettoni. Cosa aspettarsi da Natale in Sudafrica? Le solite facce note di questi film, le solite modelle tutte curve e le solite scene di tradimenti. Insomma, un film come un altro, ma comunque buono per passare un ora e mezza in massima tranquillita. E vogliamo recensire anche altri film, in modo da non farvi annoiare. Ecco a voi!
Cuore Sacro Recensione
"Cuore sacro e un thriller dell'anima disponibile su CB01... E un viaggio all'interno di un mondo che la protagonista non ha mai conosciuto, un viaggio dal materiale al morale, dal corpo all'anima...". Queste le parole di Gianni Romoli, cosceneggiatore del nuovo film di Ferzan Ozpetek insieme allo stesso regista. Dal materiale al morale, dal corpo all'anima, dalla logica impietosa del business e del denaro a quella umana della pieta e dell'altruismo. A compiere questo viaggio - esteriore e interiore allo stesso tempo - e Irene Ravelli (Barbora Bobulova), giovane e spregiudicata imprenditrice immobiliare. Ottenuto il dissequestro del palazzetto romano di famiglia, su cui vorrebbe speculare, Irene entra nella stanza chiusa per 30 anni in cui viveva, reclusa, la madre, mai conosciuta e morta in circostanze misteriose quando lei era piccola. L'ingresso nella stanza coincide con l'ingresso in un mondo sconosciuto fatto di graffiti e geroglifici incomprensibili, di simboli e religiosita e con l'incontro con il fantasma rimosso della madre, a cui si intreccia quello con Benny (Camille Dugay Comencini), bambina sorprendente e imprevedibile quanto generosa. Da qui, l'inizio per Irene di un percorso di riscoperta, delle proprie radici e della propria infanzia e di scoperta, quella del se piu autentico, che la portera a un cambiamento radicale del suo modo di essere e di vivere. ''Una donna in Tagikistan vuole la mia borsetta ma ancora non lo sa''. Questo, tra le altre cose, Irene dice durante una conferenza in cui rivolgendosi ad una platea di investitori stranieri e imprenditori come lei parla di nuovi mercati in cui espandersi, di bisogni e desideri da indurre. Ma la voce si incrina in pianto. La spietatezza e il cinismo che regolano la legge del profitto, incarnati dalla zia della protagonista nell'ottima interpretazione di Lisa Gastoni, lasciano il passo alla solidarieta e all'altruismo, un altruismo che via via assume sembianze compulsive e mistiche, fino all'epilogo in cui Irene- S. Francesco si spoglia di tutti i suoi abiti in una stazione della metropolitana. Il film e soprattutto la storia della crisi individuale e d'identita della protagonista e non ha in se un approccio o punto di vista di tipo politico, cosi come affermato dallo stesso Ozpetek. Tuttavia, il travaglio e il percorso di ricerca interiore di Irene sono radicati in un preciso contesto sociale, che e quello in cui poverta (e nuova poverta) e benessere di chi ha tutto coesistono, nell'indifferenza del nostro tempo e di molti. '' In ogni uomo ci sono due cuori, e uno eclissa l'altro. Se riuscissimo a ritrovare la luce del cuore nascosto capiremmo che in noi c'e un cuore sacro''.